Intervista al coach della Scandone
D: Coach De Gennaro, non era questa la partenza che ci aspettavamo. Finalmente volevamo parlare di basket e vedere giocare i suoi ragazzi. Invece siamo qui a parlare di quello che è successo stasera al Paladelmauro.
R: Spiego com’è la situazione secondo il regolamento Fip. È un regolamento che può piacere o meno ma che obbliga le squadre a fare un controllo sierologico massimo 5 giorni dalla partita.
D: La Scandone quando l’ha fatto?
R: Tutti noi l’abbiamo fatto 3 giorni fa e quindi eravamo in regola. Sant’antimo ha fatto questo sierologico a fine settembre e nel frattempo ha giocato una amichevole. Un dirigente della squadra contro cui ha giocato Sant’Antimo ha dichiarato ufficialmente nei giorni scorsi che un proprio cestista era risultato positivo.
D: A questo punto sarebbe stato opportuno per il Sant’Antino sottoporsi quanto meno ad un altro sierologico…
R: Certamente, ma questo non è stato fatto. E il Sant’Antimo ha giustamente presentato l’autocertificazione dicendo di aver avuto contatti con una persona positiva al covid.
D: Ed allora cosa è accaduto oggi pomeriggio?
R: La struttura in cui gioca la Scandone non solo è di proprietà comunale ma ospita anche altre squadre oltre alla Scandone. Così il medico responsabile della struttura, il dottor De Simone ha ritenuto opportuno non far disputare la partita per timore di un possibile contagio.
D: E in tutto questo la Federazione?
R: La Federazione è stata contattata ma il dottor Faraoni (Segretario Generale LNP – N.d.R) non si è assunto alcuna responsabilità dicendo che per la Federazione la partita si poteva disputare.
D: Quindi da una parte l’esigenza sanitaria e dall’altra quella della Federazione.
R: Si, questo è stato il problema. Voglio dirlo con fermezza. Nonostante quello che si possa dire volevo assolutamente giocare. Queste per noi sono partite di precampionato. Occasioni importantissime per testare la squadra. Avrei giocato anche se avessi avuto meno giocatori. Le partite come queste sono fondamentali per me allenatore e per i miei giocatori.
D: Fugato ogni dubbio che dietro questa faccenda ci sia stata la volontà di non giocare, quindi…
R: Assolutamente si. Anche il mio collega coach Enzo Patrizio avrebbe voluto giocare. Siamo uomini di sport e quello che ci importa è vedere i nostri ragazzi in campo e poterli allenare al meglio. Però purtroppo dinanzi a regolamenti nazionali io non so che fare se non accettare la decisione presa. Se le autorità comunali presenti hanno deciso in questa maniera io non posso che rispettare questa decisione.
D: Anche perché un eventuale positivo nel roster, in questo momento sarebbe stato del tutto deleterio.
R: Anche questo, certo. Ma credo che abbiano ritenuto soprattutto di non rischiare la fruibilità della struttura. Da parte mia, non posso negare che una eventuale quarantena della squadra sarebbe stata del tutto inopportuna. Questo è il momento di aggregarsi, di allenarsi e di giocare.