Non porta bene la diretta RaiSport ad Avellino Basket che perde a Udine una partita che per due quarti aveva tenuto sotto controllo. Alla lunga, però, il roster di maggiore qualità e con più rotazioni disponibili della compagine bianconera è risultato più efficace.

A metà terzo quarto, con Avellino sotto di 14 e a corto di idee, Udine sembrava aver dato la spallata decisiva alla partita. Eppure gli uomini di coach Crotti provano a rientrare nel match. La dedizione e l’impegno non sono mancati. Ma quando la coperta è corta, o, per meglio dire, più corta di quella degli avversari, è assai improbabile che il campo dia un risultato diverso.

Bortolin lotta, Mussini idem. Quello che sembra mancare è il sesto uomo. Quello che esce dalla panchina e cambia l’inerzia del match. Avellino ha buoni giocatori ma nessun sesto uomo. Ha una panchina anche solida, se vogliamo. Ma nessuno che faccia la differenza contro avversari del livello di quelli di Udine.

Per provare a vincere, Avellino avrebbe dovuto fare la patita perfetta. A tratti c’è anche riuscita. Ma Da Ros che uccella Nikolic a fine terzo periodo con un movimento sul perno sotto il tabellone è il quadro perfetto che dipinge la differenza tra una compagine che lotta per salire e una che lotta per non retrocedere. Ovviamente questa constatazione è indipendente dal fatto che Avellino Basket stia facendo un campionato davvero di altissimo livello.

Resta la soddisfazione di non aver mai mollato, di essere rimasti sempre incollati alla partita, di aver messo anche paura a Udine quando, nell’ultimo periodo, con 180 secondi alla sirena, Avellino era a soli 5 punti dai padroni di casa. Resta l’amaro in bocca di una partita che non era una da quelle da vincere ma che, probabilmente, non è stata portata a casa per davvero poco.