Marco Venga

Non è Lebron, non è Walter Tavares, ma ci sono giocatori che quando entrano in campo fanno sentire la loro presenza. Umiltà, voglia di fare, coraggio e un pizzico di faccia tosta. Non sono i numeri che contano, non è il tabellino che bisogna guardare per giudicare questi giocatori. Ciò che è rilevante è la sferzata di energia positiva che danno alla squadra. E Marco Venga è uno di questi giocatori. Probabilmente non sarà mai un Van Basten, ma le partite si vincono anche e soprattutto grazie ai Daniele Massaro e ai Marco Simone di turno (la concomitanza di Gara 2 con il Derby di Champions permette di azzardare questi paragoni).

Ieri Venga ha sbagliato dalla lunetta, un bel po’. Chi se ne frega. Non lui stesso, non coach Crosariol che nel post partita ha avuto parole di legittimo apprezzamento per quel suo giocatore. E neppure il pubblico che, riconoscendone i limiti, ne apprezza le doti quando calca il parquet. Ha messo a referto 2 punti. Ma, dicevamo, non è questo che conta. Perché Venga dà alla squadra ciò che serve e nel momento in cui serve. Giocatori così, motivatori di animo altrui, gladiatori capaci di “scatenare l’inferno” quando serve, sono fondamentali nell’economia di una squadra. E i tabellini non riportano questi numeri.

Un trascinatore deve avere una mentalità competitiva e orientata al successo. Deve essere determinato e non scoraggiarsi facilmente di fronte alle avversità (e dalla linea della carità ieri non ha trovato mai un canestro). Deve avere la capacità di portare la squadra avanti, anche quando le cose non vanno bene. Qualità e abilità, non necessariamente solo tecniche ma anche e soprattutto umane: queste fanno di Venga un cestista che ogni tifoso vorrebbe nella propria squadra.

Avellino in passato ne ha avuti tanti come lui. Uno su tutti, a memoria di chi scrive, Lollo Di Marcantonio. Trascinatore di compagni e pubblico. Uomo prima che giocatore. Bravissimo ragazzo, intelligente e con una grinta che metteva ogni secondo che il coach gli regalava in campo. A distanza di 20 anni, gli amanti del basket biancoverde lo ricordano ancora con grande affetto.

Dicevamo. Avellino mette la testa avanti e fa sua gara 1. Domani, sempre al Paladelmauro, andrà in scena una gara 2 che sarà, se possibile, ancora più combattuta. Ed allora ciò che vogliono i tifosi è che in campo scendano cinque con la voglia di spaccare il mondo che ha Marco Venga. Perché nel basket come nella vita non è la sconfitta la cosa peggiore, lo è non aver provato a vincere con tutte le proprie forze. E allora venga il pubblico al palazzetto, Venga in campo e verranno anche i risultati!