Gianluca Festa

L’incontro di oggi ha sicuramente dato agli sportivi irpini un quadro sconcertante della situazione debitoria della Scandone. Scalella e Festa hanno parlato finalmente fuori dai denti. Ma ciò che hanno detto lascia sconcerto nei tifosi.

Scalella indica come orizzonte temporale la primavera. E vede fiori sbocciare e prati fiorire. Come? Facile. Prende i 23 milioni di debiti e dice ai creditori. Belli, la situazione è questa. Sidigas vi offre il 30%. Se vi sta bene ok, altrimenti salta tutto il banco e muore Sansone con tutti i Filistei.

Mhmmm. Buona idea. Vado a comprare un’auto da 30.000 euro e quando c’è da pagarla dico “te ne do 9.000, accontentati”. Quale concessionario non vorrebbe avermi come affezionato cliente. Quale debitore non è saltato sulla poltrona sentendo la proposta di Scalella. Ma non è neppure questo il problema grave. Magari un imprenditore, una piccola azienda, un professionista, un giocatore pur di chiudere la faccenda, pur di “apparare i fossi” (per dirla all’avellinese) sarebbe anche disposto a calarsi le braghe facendolo passare per un gesto di estremo amore verso la Scandone e quello che rappresenta per la storia del basket irpino. Ma appunto, il problema non è questo.

La maggior parte dei debiti, la Scandone li ha nei confronti dell’erario che vanta crediti di oltre 15 milioni di euro. Tasse non versate. Tasse che, se non ha pagato Sidigas, hanno pagato tutti gli italiani con il sudore del proprio lavoro. Quindici milioni sottratti alla spesa pubblica. Una volante senza un pieno di benzina, una medicina a pagamento, la mancata assunzione di un vincitore di concorso, la riduzione dei fondi per l’erasmus dei nostri figli. Quei 15 milioni dovuti al fisco italiano significano probabilmente anche questo.

Ed allora fa specie che un rappresentante delle istituzioni, col sorriso sulle labbra, parli di una riduzione del 70% dell’esposizione debitoria. Caro sindaco, non posso parlare a nome di nessuno tranne che di me stesso. Io le tasse le ho sempre pagate e se qualche volta non lo facessi, se da oggi in poi ad esempio non pagassi la spazzatura, se le venissi a proporre una riduzione del 70% cosa mi direbbe? Direbbe “ok, non c’è problema” o rischierei le ganasce all’auto e il pignoramento di quello che ho fino a quando non le abbia dato tutto fino all’ultimo centesimo di euro?

Ah, certo. C’è la storia e la matricola da mantenere. Siamo tutti d’accordo. Ma almeno non facciamoci vedere contenti. Cerchiamo di non apparire soddisfatti quando un’azienda ci dice che l’unica maniera che ha di far sopravvivere la Scandone è che tutti i debitori rinuncino al 70% di ciò che è loro dovuto. Perché dietro quel 70% ci sono famiglie, padri e madri, figli. Che hanno investito tempo e denaro e che avrebbero il diritto di essere pagate e pure ringraziate. Ed invece si chiede loro un sacrificio. Dall’altro lato il sacrificio chi lo sta facendo?

Se avessi un debito di 23 milioni di euro girerei con le pezze al culo pur di recuperare un euro in più da dare ai miei creditori. Sta accadendo questo? Chiedo a lei signor sindaco Festa. Chi ci ha condotti fino a questo triste punto della storia del nostro basket sta “con una mano annanzi e una arreto”?

Diciamocelo con franchezza. Si è vantato di aver messo in sicurezza il tessuto imprenditoriale della città. Me enjoyoni. Provi a dire ai suoi dipendenti al Comune che per mettere in salvo i conti di Piazza del Popolo debbono rinunciare al 70% del loro stipendio. Poi ci faccia sapere la loro risposta. Ma non si è vantato solo di questo purtroppo.

Io ho chiesto un sacrificio al management del gruppo e ringrazio la Sidigas. Il loro impegno non era né scontato né dovuto.

Gianluca Festa, Sindaco di Avellino

Non so si si rende conto appieno delle sue parole. Mi scusi signor sindaco Festa, ma questi debiti chi li ha generati? I vecchietti che passeggiano per il corso? I negozianti del centro storico? I ragazzi che si bevono una birra ai platani? Spiegatecelo. L’impegno di Sidigas non era scontato né dovuto? E chi si sarebbe dovuto impegnare, fateci capire. Ma soprattutto: a causa di chi stiamo parlando di 23 milioni di debiti. Chi li ha generati. Felice Scandone povero buonanima che fossi in lui sarei furioso di sentire associato il mio cognome a queste indegne faccende? Ci pare, mi pare, un insulto all’intelligenza degli avellinesi.

Avrei più accettato di sentirmi dire “Ragazzi questi più di 6 milioni non tirano fuori. Che vogliamo fare?”. Invece pare che ci stiano facendo pure un favore, pare quasi che bisognerebbe dire grazie a Sidigas o a chi c’è dietro. Personalmente dei 23 milioni di debiti non ne abbuonerei neppure uno. E se Sidigas manda tutto a carte e quarantotto almeno sapremo, una volta per tutte, con chi prendercela. Perché questo ricatto morale fatto ai creditori “se non accettate il 30% cade tutto” personalmente non lo ritengo tollerabile. Vuoi vedere che, se cade tutto, la colpa è di chi vanta crediti e non di chi i debiti li ha fatti? Ma davvero stiamo pazziando signor sindaco Festa?