Delfes

Sarà che le ciambelle senza buco non piacciono neppure agli dei, sarà che per comporre una società di basket servono persone che di basket conoscono, sarà semplicemente un anno assai sfortunato. Resta il fatto che la Delfes chiude questo 2023 nel peggiore dei modi anche se ipoteticamente andasse a vincere tra le mura amiche con la fortissima Montecatini nell’ultima dell’anno.

Cambiato l’assetto societario, cambiato l’allenatore, non cambiati i risultati purtroppo. Il materiale umano sembra qualitativamente scarso e, purtroppo, va constatato il riferimento non solo ai giocatori che scendono sul parquet. Due mesi fa ci facemmo abbindolare dalle voci che volevano fosse Crosariol l’uomo sbagliato al posto sbagliato. E ci fu detto “crediamo in Crotti, ci farà fare il salto di qualità”.

Tempo qualche giornata e il salto di qualità si è rivelato un doppio carpiato con spanciata finale come neppure a Paperissima Sprint se ne vedono. Squadra irriconoscibile, dando l’impressione di scendere in campo per dovere di contratto più che per altri motivi. Nessun segnale di ripresa, nessun cambiamento di marcia. Unito a quello che dice (o non dice) il campo, c’è ciò che dice (o non dice) la proprietà.

A proposito di proprietà, i Lombardi si trovano questo cerino acceso in mano che neppure nella peggiore delle ipotesi avrebbero preventivato. L’attaccamento alla squadra da parte degli avellinesi era sempre stato molto precario. Legato un poco ai risultati (ma pure lì, di che stiamo parlando) e un poco al rispetto verso la figura del sindaco, da molti considerato il deus ex machina della società. Defilatosi Festa in tutt’altre faccende affaccendato e con Canonico giustamente attento a curarsi delle proprie avventure commerciali, la Delfes sembra un veliero in balia delle onde e senza nessuno che cazzi quella dannata gomena. La famosa cazzata di gomena. Fosse solo quella.

Accanto al mancato affetto da parte del pubblico, ci sono scelte probabilmente sbagliate dal punto di vista societario e aziendale. Lasciare andare il logo Scandone facendolo acquisire ad altri non ci sembrò allora una scelta giusta e oggi ci appare addirittura pessima. Neppure respingere al mittente l’offerta di Trasente che a giugno chiese di aggiungersi alla società lasciando alla Delfes la decisione sulle modalità d’ingresso fu una scelta oculata. Ma col senno di poi tutti sono bravi, lo sappiamo.

Ma il senno di adesso cosa ci dice? Una squadra costruita per vincere, formata da giocatori pagati il giusto e anche molto di più, aggiustata in corso d’opera con innesti altrettanto esosi. Questo è il punto. Oggi questa squadra non vale neppure la metà della classifica ed è in piena crisi identitaria. Il deficit di gioco è sotto gli occhi di tutti. Molti tifosi rimpiangono Crosariol. Non sappiamo se a ragione o torto, perché Crotti è un buon tecnico. Diciamo, ci lascerete passare la battuta, che Crosariol non avrebbe fatto peggio e la società avrebbe risparmiato un altro ingaggio. Ecco, tra le tante persone che non vorremmo mai essere, mai nella vita vorremmo essere chi caccia i renari (estrae le monete dal borsello – NdR) per i bonifici degli stipendi di giocatori e tecnici.

Essendo sotto Natale, il paragone potrebbe essere questo. Ordinare il panettone di Cannavacciuolo pagandolo 100 euro, trovando a tavola il 25 quello di chef Ruffi con doppio ripieno di versatile e una pioggia di sale, pepe e glutammato al posto dello zucchero a velo.

Lasciateci scherzare. Anche perché passare il sabato sera a vedere quello scempio, dovendo pure pagare un abbonamento ad una paytv, con il tampone COVID positivo, non è proprio quella che si definisce una passeggiata di salute. Sulla rete ammiraglia Rai c’era Ballando. Quanto meno lì due risate ce le avrebbero strappate. Invece amaro in bocca e silenzio. Sperando che, chi possa, faccia. Suggerendo però, a bassissima voce e con molta umiltà, che la strada non è quella di spendere altri soldi ma magari quella di cominciare a fare una chiacchierata con chi non si è mai voluto farla.

Ora occhio a Montecatini nell’ultima giornata prima della sosta natalizia. Non è questa la partita da dentro fuori perché stiamo parlando della prima della classe. Proprio per questo, però, è la partita da vincere. Per spazzare via voci, malumori, chiacchiere da bar e tabacchere di legno. A voi la palla.